Era il 2018 quando Pavel e Nikolai Durov, i fratelli fondatori di Telegram, annunciarono lo sviluppo di The Open Network (TON), una enorme rete decentralizzata che comprendeva praticamente tutto quello che oggi definiamo Web3.0.

TON aveva anche una sua criptovaluta, chiamata Gram, che aveva il compito di rendere possibile il funzionamento della blockchain. Nel giro di pochi mesi, il team di sviluppo raccolse quasi 2 miliardi di dollari di finanziamenti da parte di investitori privati e rilasciò la prima Testnet di progetto. Un investimento di questa portata è ancora oggi un record nel mondo delle criptovalute, ma tantissime società si erano lasciate convincere dai fratelli Durov e dal loro progetto rivoluzionario.

Quando tutti stavano iniziando ad accorgersi di TON e del suo potenziale, intervenne la Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense, vietando di fatto a Telegram di emettere una propria moneta. Dopo una lunga battaglia in tribunale, il popolare social network decise di arrendersi, abbandonando il progetto e pagando una multa di oltre 18 milioni di dollari.

Non è mai stato chiarito perchè Telegram non potesse emettere una criptovaluta, quando ormai migliaia di società lo facciano, ma i fratelli Durov preferirono non continuare la battaglia in tribunale, probabilmente scegliendo una strategia differente.

Infatti, Telegram ufficialmente abbandonò il progetto The Open Network e rimborsò tutti gli investitori nel 2020. Poche settimane dopo, un gruppo di sviluppatori che aveva già lavorato al progetto TON prese in mano il codice e continuò a svilupparlo indipendentemente. Qualcuno (molti) pensa che in realtà i fratelli Durov non abbiano mai abbandonato la loro ultima invenzione, ma semplicemente la stiano supportando indirettamente, senza coinvolgere Telegram. In fin dei conti, uno dei punti di forza delle criptovalute è proprio la decentralizzazione: non serve un’azienda dietro ad un progetto open source.

A Maggio del 2021 è stata ufficialmente rilasciata la Mainnet della blockchain. La tanto contestata moneta Gram non ci sarà, al suo posto abbiamo invece Toncoin, una moneta molto più interessante e inattaccabile dalla SEC, come vedremo più avanti.

The Open Network

Premesso che nel mondo delle criptovalute molti progetti sulla carta sono perfetti ma poi nella pratica mostrano dei difetti non previsti, TON viene annunciata come la blockchain più veloce e potente al mondo. The Open Network è in grado di gestire milioni di transazioni al secondo con costi di commissione di pochi centesimi.

Oltre ad elaborare milioni di transazioni al secondo, l’ecosistema basato su blockchain TON ha tutte le possibilità di dar vita a un vero Internet Web3.0 con archiviazione decentralizzata, rete anonima, DNS, pagamenti istantanei e vari servizi decentralizzati che andiamo ad elencare.

La spina dorsale di The Open Network è una multi-blockchain scalabile progettata per elaborare milioni di transazioni in pochi secondi. Utilizza il consenso Proof-of-Stake e può contenere fino a 292 blockchain di accompagnamento.

TON Payments è una piattaforma per micro pagamenti e anche una rete di canali di micro pagamenti. Può essere utilizzato per trasferimenti di valore istantanei fuori catena tra utenti, bot e altri servizi. Le misure di sicurezza integrate nel sistema assicurano che questi trasferimenti siano sicuri quanto le transazioni a catena.

TON Proxy è un livello proxy/anonimizzatore di rete per nodi TON. Simile a I2P, consente di creare servizi VPN decentralizzati e alternative TOR basate su blockchain per ottenere l’anonimato e proteggere la privacy online. In combinazione con TON P2P Network e TON DNS, TON Proxy offre alle app decentralizzate l’immunità alla censura.

TON DNS rende la blockchain mainstream assegnando nomi leggibili dall’uomo ad account, smart contract, servizi e nodi di rete. Con TON DNS la navigazione in blockchain diventa simile alla navigazione nel World Wide Web.

TON Storage è una tecnologia di archiviazione di file distribuita accessibile tramite la rete TON P2P. Immaginiamo i servizi di cloud che tutti conoscono come Dropbox, Google Drive, Onedrive ecc., ma decentralizzati invece che legati ad un grosso datacenter di proprietà di una multinazionale. Questa tecnologia simile a torrent si basa su smart contract per la disponibilità e ha un forte potenziale per quanto riguarda l’archiviazione e lo scambio di grandi quantità di dati.

TON Services fornisce una piattaforma versatile per servizi di terze parti. Consente interfacce compatibili con gli smartphone per app decentralizzate e smart contract, nonché un’esperienza di navigazione decentralizzata simile al World Wide Web. TON fornisce un registro ricercabile di servizi e applicazioni decentralizzati.

TON è costituito dalla masterchain e da un massimo di 232 workchain con diversi set di regole, ovvero diversi formati di indirizzi di account e transazioni, macchine virtuali per smart contracti e criptovalute di base, ecc. Tuttavia, le catene di lavoro possono ancora interagire utilizzando regole di base coerenti. Oggi esiste un’ampia varietà di blockchain operative che sono vagamente collegate tra loro. Gli attuali tentativi di utilizzare Bridge per stabilire l’interazione tra di loro lasciano molto a desiderare in termini sia di prestazioni che di livelli di decentralizzazione. Il design TON consentirà di riunire tutte le blockchain esistenti in una rete unificata decentralizzata.

Toncoin: la criptovaluta di TON

Come detto in apertura, Toncoin è la criptovaluta di tutta la rete di The Open Network. La scelta di distribuzione iniziale da parte del team è sicuramente il punto più importante e interessante. Nonostante TON utilizzi la modalità Proof-of-Stake (PoS) per convalidare le transazioni all’interno della blockchain, è possibile minare Toncoin fino all’estate del 2022.

Il mining nel PoS non serve e non ha senso, ma allora perchè Toncoin è minabile? Il motivo di questa scelta è quello che potrebbe permettere a Toncoin di crescere rapidamente di valore, attirando molti investitori. Per capirlo, dobbiamo fare un breve ripasso sulle monete delle blockchain PoS.

Nelle blockchain PoW come Bitcoin, all’inizio non ci sono criptovalute disponibili. L’unico modo per procurarsene è estrarle tramite attività di mining. Nella modalità PoS, invece, tutte le criptovalute sono fin da subito disponibili e interamente in mano ai creatori della blockchain. In genere queste crypto vengono vendute a basso prezzo ai primi investitori al fine di raccogliere fondi per sostenere gli sviluppi. Altre vengono usate per ripagare gli sforzi dei collaboratori, altre ancora vengono date agli exchange per ottenere un listing e così via. Fondamentalmente, chi lancia una nuova blockchain PoS ha inizialmente il controllo totale delle monete.

Toncoin ha una supply di 5 miliardi di TON, tutti disponibili fin da subito essendo una blockchain PoS. Il team di sviluppo, però, ha scelto di legare il 99% della supply a degli smart contract che rilasciano TON tramite operazioni di mining. Il funzionamento è del tutto simile a quello di Bitcoin ed Ethereum, con la differenza che in questo caso lo scopo del mining non è convalidare le transazioni di rete, ma quello di distribuire TON in maniera equa e decentralizzata. La potenza richiesta non è ai livelli di Bitcoin, quindi qualsiasi utente con una scheda video può ottenerne una quota, esattamente come Bitcoin agli inizi.

In questo modo non ci sarà nessuna società in possesso di grosse quantità di TON, che potrà eventualmente vendere nel mercato nel momento in cui il prezzo salirà. Chiunque possiede TON, deve averlo comprato o minato. Ricordiamoci che minare non è mai gratuito, in quanto serve comunque acquistare l’attrezzatura e consumare elettricità.

Più miner ci sono nella rete, maggiore è la complessità computazionale del mining e maggiore è la potenza di calcolo necessaria per estrarre monete. Se fino a novembre si poteva minare TON anche solo con un normale PC, ora è necessaria una scheda video di ultima generazione. Questa situazione comunque terminerà a breve, prevedibilmente ad agosto 2022, quando tutti i 5 miliardi di TON saranno già stati minati. Il mining di Toncoin non durerà molto e non richiederà mai particolari risorse energetiche, evitando eventuali polemiche sull’ambiente.

Toncoin: quanto potrà valere in futuro?

Se da un lato il mining sopracitato è una garanzia che nessun early investor potrà vendere grosse quantità di TON in futuro, dall’altro lato sappiamo già che nei prossimi mesi verranno minati miliardi di TON. Attualmente Toncoin vale 2,50$ e ci sono in circolazione 1,5 miliardi di TON. La sua supply triplicherà nei prossimi 6 mesi per raggiungere il suo massimo di 5 miliardi. Se i miner credono nel progetto, questo cambiamento nella supply non influenzerà il prezzo in quanto si tratterà di monete non in vendita sugli exchange. Anzi, l’aumento di supply farà teoricamente aumentare il marketcap, facendo salire moltissime posizioni a Toncoin che ora si trova persino fuori dalla Top 200. Se invece i miner dovessero spostare i loro TON sugli exchange allo scopo di venderli, chiaramente l’aumento di supply potrebbe far scendere il valore della moneta, a meno che sul mercato non si dovessero trovare molti acquirenti in grado di assorbire l’offerta di moneta.

Riassumendo, immaginando uno scenario in cui il prezzo di TON dovesse restare fermo a 2,50$, se i miner non dovessero mettere in vendita le loro monete, in estate Toncoin si ritroverebbe ad avere un marketcap di oltre 10 miliardi di dollari, entrando nella Top 20 delle criptovalute più capitalizzate. Se al contrario i miner dovessero mettere in vendita le loro monete, allora a parità di marketcap il prezzo di TON crollerebbe a meno di 1 dollaro.

Nella realtà è più probabile una via di mezzo: sicuramente dei miner venderanno alcuni dei loro Toncoin, ma allo stesso tempo nuovi investitori saranno disposti a comprarli sul mercato. Quanto potrà valere 1 TON in futuro? La risposta è tutta nel progetto. Se dovessero realizzare tutto quello che è in programma, allora ci ritroveremmo davanti ad una possibile Top 10, potenzialmente anche di più. Non c’è alcuna blockchain in circolazione in grado di offrire tutto quello che The Open Network punta ad offrire. Pavel Durov a dicembre 2021 ha definito TON un progetto epico, avanti parecchi anni rispetto alla concorrenza e che sarebbe stato un peccato per l’intera umanità se non avesse potuto averne accesso a causa dei problemi passati con la SEC. Avrà ragione?