Nel mondo delle criptovalute, un progetto che un tempo prometteva di rivoluzionare il mining da mobile è finito sotto i riflettori per ragioni diverse dai suoi iniziali proclami di innovazione. Pi Network, forte di una community che si dice conti oltre 60 milioni di utenti, si trova ora ad affrontare una crescente ondata di critiche che mettono in discussione la sua sostenibilità e, più nel dettaglio, la sua architettura interna. Preoccupazioni relative a un’eccessiva centralizzazione, al controllo esercitato da figure chiave e alla mancanza di trasparenza nelle sue operazioni stanno alimentando un dibattito sempre più acceso sulla legittimità del progetto. L’eco più inquietante è un recente paragone con il disastroso ecosistema Terra Luna, un parallelismo che ha generato ondate di scetticismo tra gli utenti e gli osservatori del settore.

Analisi della Centralizzazione: Rischio di Manipolazione?

Uno degli aspetti più critici sollevati riguarda la distribuzione dei token Pi. Le analisi rivelano una forte concentrazione nelle mani del team di sviluppo. Secondo un rapporto, di un totale teorico di 100 miliardi di token Pi, ben 89 miliardi rimangono sotto il controllo del team principale, mentre solo una frazione, circa 7,1 miliardi, è in circolazione. Questa elevata centralizzazione, percepita come una “ricetta per il disastro” da alcuni analisti, solleva lo spettro di potenziali manipolazioni di prezzo e la possibilità di massicce vendite da parte del team, una situazione che ricorda da vicino i prodromi del collasso di Terra. La domanda cruciale è: come può un sistema dichiararsi decentralizzato quando la stragrande maggioranza degli asset è controllata da un’entità singola?

Parallelismi Inquietanti con il Disastro Terra Luna

Il paragone con Terra Luna non è casuale e mette a nudo somiglianze strutturali che suscitano preoccupazione. La caduta di Luna è stata causata da una combinazione letale di crisi di liquidità e, più in generale, dall’immissione incontrollata di token sul mercato. L’elevata centralizzazione di Pi, combinata con l’assenza di un supporto convinto da parte degli exchange e la mancanza di chiarezza sulla sua economia dei token, fa temere che Pi Network possa trovarsi di fronte a una simile fine. L’attenzione si concentra sulla possibilità che, aprendo il trading globale e sbloccando i token detenuti, il team scateni una valanga di vendite che porterebbe al crollo del valore di Pi. Questo scenario ipotetico è al centro delle preoccupazioni.

Tentativi di Decentralizzazione: Troppo Poco, Troppo Tardi?

In risposta alle critiche, Pi Network ha annunciato due passi significativi: la disattivazione del suo nodo centrale e il rilascio del codice sorgente. Il primo passo mira a trasferire il controllo del network ai membri della community, mentre il secondo intende promuovere la trasparenza e dissipare i timori di centralizzazione. Queste mosse, annunciate in prossimità del Consensus 2025, suggeriscono un tentativo di Pi Network di presentarsi sotto una luce migliore in vista di possibili future quotazioni o piani di sviluppo. Nonostante le promesse di un futuro open-source e guidato dalla community, molti critici ritengono che queste azioni siano reattive piuttosto che proattive, sottolineando la mancanza di infrastrutture fondamentali come una mainnet pubblica e un’interoperabilità affidabile del wallet.

Violazioni della Privacy e Coinvolgimento degli Utenti: Problemi Profondi?

Le preoccupazioni non si limitano solo alla struttura economica. Pi Network è anche sotto accusa per la gestione dei dati degli utenti. L’integrazione di strumenti di intelligenza artificiale basati su ChatGPT nel processo KYC (Know Your Customer), senza adeguate spiegazioni o audit esterni, ha sollevato dubbi sulla privacy e sulla sicurezza dei dati personali di milioni di utenti. Senza una supervisione normativa e pratiche di sicurezza verificabili, Pi Network potrebbe incorrere in responsabilità legali significative. Inoltre, sebbene Pi Network vanti una base di utenti di oltre 60 milioni, i dati suggeriscono che l’engagement effettivo è molto più basso, con meno del 10% degli utenti che interagiscono regolarmente con l’app. Molti avrebbero abbandonato il “mining” in seguito alla consapevolezza della mancata disponibilità di un mercato di scambio dei token Pi.

Un Futuro Incerto: La Ricostruzione della Fiducia è Fondamentale

Pi Network si trova a un punto di svolta. Il suo futuro dipende dalla capacità di abbandonare le radici centralizzate, aprire il suo ecosistema e onorare le promesse fatte nel corso degli anni. I paragoni con Terra Luna non sono solo speculazioni, ma seri moniti. L’attenzione è ora rivolta a Consensus 2025, dove Pi Network dovrà fornire aggiornamenti cruciali sulla sua roadmap, i piani di decentralizzazione e i tempi stimati per la quotazione. La capacità di ricostruire la fiducia, decentralizzare il controllo e lanciare un sistema di trading trasparente, evitando gli errori che hanno portato all’implosione di Terra Luna, saranno gli unici fattori che potranno contribuire alla sua sopravvivenza. Fino a quando la situazione non sarà più chiara, lo scetticismo rimane alto.