Il 2025 si sta rivelando un anno cruciale per la distribuzione della ricchezza in Bitcoin: le aziende quotate in borsa hanno già acquistato circa 157.957 BTC al 1° maggio, pari al 96% dei 164.250 Bitcoin che si prevede verranno minati nell’intero anno. Se si aggiungono le acquisizioni di ETF (34.968 BTC) e società private (16.799 BTC), il totale arriva a 192.925 BTC acquistati nei primi quattro mesi dell’anno, un valore che supera del 17% l’offerta annuale attesa di nuovi Bitcoin.

Domanda istituzionale: una pressione crescente sull’offerta

Questa tendenza sottolinea una pressione costante e crescente da parte di aziende e investitori istituzionali, che stanno assorbendo non solo tutta la nuova produzione di Bitcoin, ma anche attingendo alle riserve già esistenti. Nel 2024, la domanda di queste tre categorie (aziende quotate, private ed ETF) ha raggiunto 845.955 BTC contro una produzione di soli 217.518 BTC, quasi quattro volte superiore all’offerta mineraria dell’anno.

Il risultato è una progressiva riduzione della quantità di Bitcoin liquidi disponibili sui mercati secondari, con effetti diretti sulla dinamica dei prezzi e sulla volatilità del mercato. Le aziende stanno infatti adottando sempre più Bitcoin come asset strategico di lungo periodo, riducendo la rotazione e la disponibilità immediata di monete.

Chi guida questa corsa all’accumulo?

Tra le aziende pubbliche, la società Strategy si conferma leader indiscussa, con 107.155 BTC acquistati nel solo 2025, pari a quasi due terzi dell’accumulo delle aziende quotate e oltre il 65% della nuova offerta. Tuttavia, la tendenza si sta allargando anche a società minerarie, finanziarie e gestori di riserve di tesoreria.

Anche il numero di aziende quotate che detengono Bitcoin è in aumento: nel primo trimestre 2025 sono salite a 79, con 12 nuove realtà che hanno acquistato BTC per la prima volta. Tra i nuovi ingressi spiccano società asiatiche e piattaforme digitali, a conferma di un interesse globale e trasversale.

ETF: rallentano gli acquisti, ma restano protagonisti

Dopo l’exploit del 2024, quando gli ETF hanno accumulato oltre 500.000 BTC, nel 2025 il ritmo si è attenuato (meno di 35.000 BTC nei primi mesi). Questo rallentamento potrebbe riflettere una domanda secondaria più stabile o la maturazione del ciclo di afflussi post-approvazione. Nonostante ciò, ETF e tesorerie aziendali continuano a rappresentare i principali assorbitori di nuova offerta.

Gli ETF, in particolare, hanno reso l’accesso a Bitcoin molto più semplice per investitori istituzionali e privati, portando nuova liquidità e legittimazione al settore. Attualmente, i principali ETF detengono oltre 550.000 BTC, una quantità paragonabile alle riserve di interi Stati.

Impatti sul mercato: scarsità e pressione sui prezzi

La crescente quota di Bitcoin “bloccata” nei bilanci aziendali e nei fondi ETF sta riducendo la disponibilità di monete sugli exchange, che ha toccato i minimi degli ultimi cinque anni. Questo scenario, storicamente, ha preceduto rialzi significativi dei prezzi, poiché ogni aumento della domanda si scontra con una scarsità crescente.

La struttura della proprietà di Bitcoin si sta quindi trasformando: quote sempre maggiori sono nelle mani di soggetti con orizzonti di investimento pluriennali e bassa propensione alla vendita, riducendo la liquidità e aumentando la pressione rialzista sui prezzi in caso di nuovi afflussi di capitale.

Conclusioni

Il 2025 conferma la svolta istituzionale di Bitcoin: la domanda di aziende quotate, ETF e società private non solo assorbe tutta la nuova produzione, ma intacca anche le riserve esistenti. Questo trend, unito alla scarsità strutturale del protocollo Bitcoin, potrebbe continuare a sostenere la narrativa bullish e rafforzare il ruolo della criptovaluta come asset strategico nei portafogli di lungo termine.