Negli ultimi mesi, il dibattito sul debanking, ovvero la chiusura arbitraria dei conti da parte delle banche, ha guadagnato attenzione nel settore delle criptovalute. Questo tema è stato portato alla luce da Marc Andreessen, cofondatore della società di venture capital Andreessen Horowitz (a16z), nel corso di una sua apparizione su un podcast di rilievo. Andreessen ha rivelato che molti fondatori di startup nel mondo cripto hanno sperimentato la chiusura dei loro conti, scatenando una reazione unanime tra i protagonisti del settore. Questi ultimi vedono nel debanking un attacco frontale ai principi fondanti delle criptovalute: libertà economica e opportunità di inclusione.

La crescente insoddisfazione nei confronti del sistema bancario tradizionale, in particolare negli Stati Uniti, ha alimentato una discussione più ampia sulle potenziali alternative bancarie. In questo contesto, nuovi progetti sulla blockchain di Solana stanno emergendo, con l’obiettivo di sviluppare servizi simili a quelli bancari, ma in modo più accessibile e inclusivo per tutti, in particolare per coloro che vivono senza un conto bancario.

Tuttavia, resta da vedere se queste nuove iniziative riusciranno a prosperare, considerando i precedenti tentativi, spesso fallimentari. Un recente studio ha evidenziato le preoccupazioni dei regolatori riguardo ai rischi legati alle criptovalute, elemento che ha contribuito all’aumento delle chiusure dei conti. Le statistiche suggeriscono che solo una frazione minima dei fondi riciclati è effettivamente bloccata, eppure la paura dei crimini finanziari continua a influenzare le politiche bancarie.

In questo contesto, diverse startup stanno tentando di risolvere queste problematiche. Una di queste, Squads Labs, ha lanciato un’app che offre conti virtuali negli Stati Uniti, consentendo bonifici bancari e conversioni di dollari in stablecoin con commissioni ridotte. Parallelamente, Iron sta sviluppando una banca onchain, focalizzandosi sui benefici delle stablecoin piuttosto che sul problema del debanking.

Altre iniziative emergenti includono quella di CFX Labs, che propone di “riregistrare” i depositi in forma tokenizzata, sfidando direttamente le normative tradizionali. Un altro progetto, guidato da Serj Korj con l’app DePlan, ha avviato Subdoor, un servizio per pagare abbonamenti tramite criptovalute, rispondendo così alle esigenze legate al debanking.

Proseguendo con queste iniziative, diventa chiaro che la trasformazione del settore bancario attraverso le criptovalute non possa prescindere dalla cooperazione con i regolatori. Tuttavia, alcuni imprenditori avvertono che la questione del debanking potrebbe essere già superata, suggerendo che queste sfide non siano affatto nuove e che le fintech abbiano già affrontato simili problematiche in passato.

In questo scenario, la vera sfida per le nuove soluzioni bancarie sarà quella di navigare attraverso un ecosistema complesso, abbracciando sia l’innovazione tecnologica sia il bisogno di maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle istituzioni finanziarie. Sebbene il cammino si preveda lungo e difficile, l’aumento dell’interesse per le criptovalute e le potenziali soluzioni innovative potrebbero segnare l’inizio di una trasformazione significativa nel mondo del banking.