Mercoledì 16 giugno il valore di TITAN, il token di Iron.Finance è crollato da oltre 65 dollari a praticamente 0. Se qualcuno pensa che si tratti di un’occasione lo fermiamo subito: il progetto è definitivamente morto. Vediamo insieme cosa è successo.
Il mondo della finanza decentralizzata è entusiasmante e attira sempre più investitori grazie agli enormi tassi di interesse, ma comporta anche grandi rischi derivanti da exploit di smart contract, hacking e la classica corsa agli sportelli, ovvero il rischio che finisca la liquidità presente nei liquidity pool. Questo è stato il caso del progetto Iron Finance, poiché il token nativo del team ha perso tutto il suo valore nel giro di poche ore.
“Non avremmo mai pensato che sarebbe successo, ma è successo. Abbiamo appena sperimentato la prima corsa agli sportelli crypto su larga scala al mondo.
Intorno alle 10:00 UTC del 16 giugno-2021, abbiamo notato che alcuni grossi investitori hanno iniziato a rimuovere liquidità da IRON/USDC, quindi hanno venduto TITAN a IRON e poi IRON a USDC direttamente ai pool di liquidità invece di riscattare IRON, il che ha causato il crollo del prezzo. TITAN è sceso da 65 $ a 30 $ in 2 ore, che in seguito si è ripreso in 1 ora a 52 $ e IRON ha recuperato completamente il suo valore.
Dopo la ripresa, alcuni grandi investitori hanno ricominciato a vendere, generando panico anche nei piccoli investitori.
Iron.finance, comunicato ufficiale
Secondo gli sviluppatori di Iron.Finance, la colpa è quindi solo degli investitori e loro non ritengono di aver responsabilità. Hanno aggiunto che anche le banche tradizionali non conservano nelle loro riserve tutti i soldi depositati dai correntisti, ma solo una piccola parte. Potenzialmente, se tutti si recassero presso gli sportelli bancomat a prelevare i propri soldi, anche le banche farebbero la stessa fine di Iron.Finance.
Questa interpretazione, sebbene sia teoricamente corretta, non è comunque accettabile. Le banche aderiscono ad importanti accordi interbancari internazionali sulla garanzia del credito dei correntisti. Se una banca fallisce, le altre pagano fino al 100.000 per ogni conto corrente, affinché i risparmiatori recuperino i loro soldi. Inoltre, le banche non stampano una propria moneta ma gestiscono monete nazionali: il valore dell’euro non dipende da quante persone lo tengono in banca o lo prelevano.
Il team dell’ormai defunto TITAN, ha dichiarato di aver imparato molto da questa disavventura, e sfrutterà l’esperienza maturata per realizzare progetti migliori e più sicuri in futuro. Difficile pensare che qualcuno possa ancora dar fiducia a questo gruppo, considerando che non hanno offerto alcuna compensazione agli investitori che hanno perso letteralmente tutto.
Fra questi, troviamo il famoso imprenditore americano Mark Cuban, da sempre forte sostenitore delle criptovalute, che ha definito questa faccenda una vera e propria truffa. Ha anche chiesto l’intervento del governo statunitense affinché vengano regolamentate le stablecoin, ovvero le monete che dovrebbero valere sempre 1 dollaro, ma che in alcuni casi crollano di valore in quanto le società alle spalle non posseggono abbastanza dollari per poter sostenere il cambio 1:1 in caso di grosse vendite.
“Ci dovrebbe essere una regolamentazione per definire cos’è una stablecoin e quale collateralizzazione è accettabile. Dovremmo richiedere $ 1 in valuta statunitense per ogni dollaro o definire opzioni di garanzia accettabili, come i titoli del tesoro statunitensi”.
Mark Cuban, intervistato da Bloomberg
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